Il nuovo Codice degli Appalti attribuirà rating alle imprese

La corruzione colpisce soprattutto le Pmi, le aziende dinamiche e concorrenziali.

Ma con la riforma del Codice degli Appalti, che dà la possibilità all’ANAC di valutare le imprese per il loro operato e  con un rating reputazionale, è possibile cambiare. Al Forum del Sole 24 si è discusso degli impatti della corruzione sulle prospettive di sviluppo del Paese. L’impatto negativo più forte ricade sulle Pmi.
Secondo Raffaele Cantone, presindente dell’ANAC, in Italia non abbiamo dati attendibili né sugli impatti diretti né su quelli indiretti della corruzione e, sarebbe utile valutare l’attività anticorruzione in termini extragiudiziali. Per esempio, in tutti gli appalti di Expo controllati dall’ANAC nessuno ha fatto ricorso al Tar e questo ha generato impatti indiretti positivi. Per tanto, il “Metodo EXPO” va esportato ad altri ambiti, attraverso un istituto creato dall’ANAC, la vigilanza collaborativa.
Strumenti come la vigilanza collaborativa devono essere comunicati ai cittadini, e la stampa ha un ruolo rilevante da giocare dal momento che dovrebbe spiegare in cosa consistono questi strumenti alternativi sia repressivi che preventivi e dare risalto al fatto che, quando si rispettano le regole, avviene un risparmio enorme di risorse. Per quanto riguarda la prospettiva delle aziende, sebbene molti imprenditori siano preoccupati dal fenomeno della corruzione, le imprese guardano all’Anac sia come a una minaccia (un altro livello di burocrazia) che a un’opportunità: può mettere le imprese di tutto il Paese sullo stesso piano nel rispetto delle regole.
Questa opportunità si paleserà probabilmente con la riforma degli appalti, che implicherà anche una trasformazione del ruolo dell’Autorità anticorruzione: da autorità di vigilanza ad autorità di regolazione del sistema.
La riforma degli appalti prevede un modello di rating reputazionale in cui i soggetti economici verranno valutati – oltre che per il rating di legalità – a partire dalla storia dell’impresa, tenendo in considerazione i costi dell’opera realizzata, le varianti che apporterà, i tempi di realizzazione, nonché dal comportamento dell’impresa dinanzi al giudice. Si tratta di parametri sulla base dei quali si potrà dare un voto alle imprese fino al momento in cui il “patentino” reputazionale potrà anche essere ritirato, se il voto sarà troppo basso. In questo rating ci sarà anche quello della legalità, fondamentale per battere la corruzione.
Il fatto di considerare l’intera storia di un’azienda nell’ambito della relazione con le stazioni appaltanti potrebbe restaurare una situazione più concorrenziale. Successivamente, anche le stazioni appaltanti saranno inserite in un albo e verranno valutate per la loro competenza, per la capacità di porre in essere gare e trovare risorse economiche per la realizzazione dell’opera pubblica.
In questo contesto, l’Autorità nazionale anticorruzione sarà al centro di un sistema più efficiente, diventando per le amministrazioni appaltanti e per le imprese un punto di riferimento su come interpretare le norme legislative e su come garantire comportamenti coerenti con la concorrenza, con la ripresa del mercato dei lavori pubblici, con progetti di migliore qualità, con lo sviluppo complessivo del sistema.

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