Il 14 luglio scorso, ANAC ha pubblicato la propria relazione annuale sulle attività svolte nel 2015.
Diverse le informazioni e le attività esplicitate. In particolare ci occuperemo di due strumenti:
- Rating di Impresa
- Rating di Legalità
Rating di Impresa
Il Rating di Impresa è stato introdotto nel Nuovo Codice degli Appalti (Art. 83), come strumento in grado di qualificare le imprese che interagiscono con la PA su meccanismi reputazionali, tra i quali rientra anche il Rating di Legalità: trasparenza della governance, eticità del business, relazioni passate virtuose con la PA. Rating di Impresa e Rating di Legalità presentano quindi una connessione molto forte.
In merito l’ANAC afferma che tale Rating di impresa è “un’assoluta novità che richiederà indubbiamente una fase di sperimentazione, sia per individuare gli indicatori che possono concorrere a definire l’affidabilità e la correttezza delle imprese, sia per individuare i dati e l’algoritmo di calcolo del rating”. L’ANAC quindi ipotizza quindi l’avvio di una fase di sperimentazione al fine di calibrare al meglio questo strumento introdotto nel nuovo Codice Appalti.
Rating di Legalità
In merito al tema del Rating di Legalità, l’ANAC ha lavorato in collaborazione con l’Autorità Antitrust per rendere ancora più puntuali e rigorosi i controlli di alcuni importanti requisiti per ottenere il Rating. Inoltre ha sviluppato anche una serie di proposte per perfezionare il Regolamento, la cui ultima versione risale a dicembre 2014 e che è stato posto in consultazione dall’AGCM nel mese di novembre 2015. In particolare l’ANAC ha proposto di:
- includere, tra i soggetti che devono avere assenza di pregiudizi penali, anche i cessati dalla carica nell’anno antecedente la richiesta di rating e i procuratori speciali;
- prevedere requisiti più ferrei per il rilascio ed il rinnovo del Rating di Legalità, qualora società o enti esteri, aventi sede fuori dal territorio Italiano, siano riconducibili alla proprietà dell’impresa;
- inserire tra le cause ostative al rilascio del rating o tra le condizioni per la riduzione del punteggio la mancata denuncia del requisito previsto dall’art. 38, co. 1, m-ter, del Codice per la partecipazione a procedure di affidamento, appalti o subappalti;
- prevedere dei controlli a campione della Guardia di Finanza sul 10% delle imprese in possesso del Rating di Legalità.
Un’azione incisiva quella dell’ANAC, per supportare l’Autorità Antitrust nei controlli alle imprese per il rilascio del Rating di Legalità. Basti pensare che:
- nel 2015 sono state verificate dall’ANAC 1.358 richieste di Rating, con un tempo medio di lavorazione di 27,7 giorni lavorativi;
- sono state svolte osservazioni rilevanti su circa il 9% dei procedimenti lavorati, per un totale di oltre 120 osservazioni. Nel 10% dei casi l’Autorità Antitrust ha ritenuto di negare o revocare il Rating.
Quale è stato il contenuto di tali osservazioni? Unitamente all’esistenza di sanzioni, annotazioni relative a risoluzione contrattuale da parte della SA, grave inadempimento, risoluzione contrattuale a seguito di interdittiva antimafia, esclusione per “collegamento sostanziale” con altre imprese e di commissariamenti, le osservazioni sono state estese anche al reperimento di eventuali notizie di stampa che trattavano:
- il coinvolgimento dell’impresa in appalti sui quali risultavano essere attive indagini;
- il controllo dell’impresa richiedente da parte di una società con sede in un Paese diverso dall’Italia e rispetto alla quale non è possibile effettuare gli accertamenti sui soggetti detentori delle quote di maggioranza;
- l’assenza di una sezione “Amministrazione trasparente” sul sito istituzionale, nel caso di società in controllo pubblico.
Per maggiori informazioni su tutte le attività poste in essere dall’ANAC nel 2015 è possibile consultare la Relazione Annuale qui.
Dalla sua introduzione, sono già 2015 le imprese che hanno richiesto il Rating di Legalità.
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