Il numero di imprese richiedenti il Rating di legalità continua a crescere e, come dimostrano i dati raccolti da Asseprim, la distribuzione territoriale si presenta suddivisa in:
- il 14% delle aziende in possesso di Rating si trova in Sicilia;
- il 13,2% in Lombardia;
- il 13% in Veneto;
- il 12,3% nel Lazio;
- ed il 10,3% in Emilia Romagna.
Siccome, per potersi dotare del Rating e godere di una corsia preferenziale nell’accesso ai finanziamenti pubblici-privati e nelle gare d’appalto, è necessario possedere 3 requisiti specifici:
- Sede operativa nel TERRITORIO NAZIONALE
- ISCRIZIONE NEL REGISTRO DELLE IMPRESE DA ALMENO DUE ANNI alla data della richiesta di attribuzione del Rating
- Fatturato minimo di 2 MLN € NELL’ULTIMO ESERCIZIO chiuso nell’anno precedente alla richiesta di Rating
è evidente che, almeno per il momento, la maggior parte delle piccole e medie realtà italiane non può accedere al sistema, a causa soprattutto del vincolo imposto dal terzo requisito.
In considerazione di questi limiti, Confcommercio Imprese per l’Italia e il Ministero dell’Interno hanno dato vita ad un nuovo progetto nato per permettere anche alle PMI di acquisire il Rating di legalità.
L’iniziativa è finalizzata a trovare procedure e parametri calzanti rispetto alle attività ed alle caratteristiche delle aziende del terziario, e si pone come cornice originaria del “Protocollo per la Legalità e la Sicurezza”dell’Autorità Garante concorrenza e mercato, per l’adesione delle PMI e il relativo riconoscimento ai fini dell’attribuzione del Rating di legalità, dal regolamento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Squeri ha spiegato.
Il principale obiettivo di questo progetto è l’individuazione di procedure e parametri in linea con le attività e le caratteristiche delle imprese del terziario, che consentano a tutte le aziende sane e virtuose di dotarsi del Rating di legalità, quale strumento in grado di assicurare l’accesso al credito e la concessione di finanziamenti da parte delle Pubbliche amministrazioni.